Con l'angoscia nel cuore: la sicurezza si deve imparare sui banchi di scuola

Sei vite spezzate: quelle di cinque ragazzi, coetanei degli studenti del "Fiocchi", e di una mamma. Una mamma come tante mamme dei ragazzi del "Fiocchi", di quelle mamme che il sabato sera non dormono, finché non sentono la serratura della porta d'ingresso aprirsi, segno che lei o lui sono rientrati. Una di quelle mamme che vanno ad accompagnare e a riprendere i figli al concerto, per non farli tornare in auto con gli amici. A Corinaldo non è bastato, però. Cinque ragazzi e una mamma non sono tornati a casa.

Colpa di un piccolo delinquente con lo spray urticante? Colpa di gestori avidi e disattenti? Colpa del panico che si è impadronito di troppi, ammassati in un unico spazio troppo stretto? Colpa di... Se ne sono dette tante, se ne sono lette e sentite tante. Non ci interessa, adesso: non spetta a noi, altri indagheranno. Una cosa però possiamo fare, tutti: io, gli studenti, i docenti e tutto il mio personale, le mamme, i papà. Facciamo in modo che passi il messaggio che la sicurezza non è una moda e non è un costo. La sicurezza deve essere un atteggiamento mentale e culturale costante, comune e diffuso. Le cose capitano, esistono gli imprevisti, esistono combinazioni di situazioni non sempre ipotizzabili. Quando però chiedo - ad esempio - che le prove di evacuazione non siano un modo per perdere tempo, non vengano vissute come un gioco, ma siano una vera lezione, in quanti, giovani e adulti, mi prendono sul serio?

L'abitudine alla sicurezza, l'attenzione a entrare in un locale e subito visualizzare le vie di fuga, il fermarsi a pensare anche solo per un momento: "Ma se dovesse succedere qualcosa, cosa devo fare?" non portano certo valutazioni positive sul registro elettronico. Ma possono salvare vite, la propria e quella degli altri. Gli incidenti possono succedere e succedono, anche quando si è fatto di tutto per evitarli. Essere preparati è un dovere e un diritto. Essere attrezzati culturalmente è una competenza di alto valore. L'angoscia di questa tragedia ci accompagnerà a lungo. Forse tra qualche mese dimenticheremo l'episodio, fino al prossimo simile. Forse la prossima prova di evacuazione sarà ancora vissuta qui al "Fiocchi" come un momento ludico.

O forse no...

Grazie per l'attenzione.

IL DIRIGENTE SCOLASTICO
prof.Claudio Lafranconi